Un tempo la Chiesa l’aveva definita “bevanda del diavolo” per le sue note proprietà eccitanti ma oggi il caffè è una bevanda amata e consumata da moltissime persone in qualsiasi momento della giornata. Il primato assoluto lo detiene la Finlandia mentre l’Italia si posiziona solo al 13° posto, dopo Germania e Brasile. Però l’Italia è sicuramente il Paese che più di tutti sa valorizzare gli aromi dei chicchi.
La prima città italiana che sperimentò l’aroma del caffè è la magica Venezia, dove nella prima metà del ‘700 è stata aperta la prima bottega: il caffè Quadri (in piazza San Marco) che ha introdotto il caffè alla turca, attirando anche clienti esteri.
Musicisti, come Richard Wagner, o intellettuali, come D’ Annunzio, spesso in compagnia della Contessa Casati, preferivano invece il caffè veneziano Lavena dove sostavano anche i gondolieri e i “codega” (portatori di lanterne) pronti ad accompagnare a casa i clienti.
Il Canova frequentava con piacere il tutt’ora famosissimo “Florian”, il primo caffè dove fu permesso l’ingresso anche alle donne.
Nella sua “Bottega del Caffè” Carlo Goldoni descrive perfettamente ciò che rappresentano questi luoghi: il loro spirito, l’aspetto conviviale, il punto di riferimento per incontri e pettegolezzi. Uno spirito tutto veneziano, godereccio che è diventato ed è tutt’ora un centro di aggregazione, un’abitudine irrinunciabile. Le vecchie signore veneziane prima delle passeggiate o delle commissioni mattutine, iniziano sempre la giornata con “quatro ciàcoe” sorseggiando una tazzina di caffè…talvolta anche corretto!