dal Corriere della Sera

Scontro sulle norme. Il Ministero: ma la minerale va venduta solo in bottiglia.

Bicchiere d’ acqua al bar ? Resta legale

Le nuove norme del Ministero sulla vendita di acqua minerale nei locali pubblici hanno creato molte polemiche

ROMA – Mandarlo giù tutto d’ un fiato dopo un panino. O sorseggiarlo lentamente prima del caffè. Bere un bicchiere d’ acqua al bar rimarrà un gesto «legale». Anche dopo il primo luglio, quando entreranno in vigore le nuove norme sull’ imbottigliamento dell’ acqua minerale stabilite dal decreto del ministro per le Attività produttive Antonio Marzano. La disposizione, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’ 8 aprile, recepisce una direttiva europea obbligando le aziende a produrre confezioni di acqua da 125, 250, 330 e 500 millilitri. Che potranno essere vendute nei locali pubblici come «bottigliette monodose sigillate». Un’ operazione di sicurezza, spiega il ministero, per identificare la provenienza di ciò che si beve ed evitare così episodi di avvelenamento fortuito. La novità, interpretata inizialmente come un divieto a servire acqua «sfusa» nei bar, aveva scatenato le immediate proteste di baristi e clienti. A intervenire sull’ esatta lettura del decreto è stato il collegio degli avvocati di Fipe-Confcommercio: «La norma si limita a fornire alle industrie di produzione di acque minerali alcune indicazioni riguardo ai formati delle bottiglie e nulla viene detto in merito al comportamento di chi somministra le bevande». Secondo l’ associazione, dunque, «non è vietato vendere acqua minerale in bicchiere su richiesta del cliente». Anche se, in ogni caso, l’ aumento delle bottigliette di piccolo taglio provocherà «sprechi economici e di materia prima» con conseguente impatto negativo sull’ ambiente. Dello stesso avviso anche le associazioni dei consumatori, secondo cui «l’ operazione porrà seri problemi di logistica, smaltimenti e riciclo». Senza contare le ricadute sulle tasche del cliente. Il ministero risponde per bocca del suo direttore generale Massimo Goti: «Il gestore del bar dovrà servire l’ acqua minerale in bottiglietta aprendola davanti al cliente», ma, precisa, se si tratta di acqua di rubinetto, potrà essere servita semplicemente nel bicchiere. «Con le nuove norme – lamentano Adusbef, Federconsumatori e Adoc – i contenitori potrebbero aumentare di oltre 4 miliardi di pezzi. E qualora vi fossero solo 10 centesimi di aumento per ogni dose, la ricaduta negativa sarebbe di oltre 400 milioni di euro all’ anno». Per questo, concludono i consumatori, è importante che «il cittadino mantenga il diritto di chiedere e usufruire dell’ acqua di rubinetto del bar, il più delle volte migliore della minerale». E soprattutto gratuita. Michela Gentili Il testo del decreto e le sue interpretazioni In vigore dal 1° luglio Dal primo luglio prossimo entra in vigore un decreto del ministero per le Attività produttive che obbliga le aziende a produrre confezioni di acqua da 125, 250, 330 e 500 millilitri da vendere nei locali pubblici come bottigliette monodose «Vietato servire la minerale sfusa» Secondo l’ interpretazione del decreto ministeriale, spiegata dallo stesso ministero per le Attività produttive, il gestore del bar «dovrà servire l’ acqua minerale in bottiglietta, aprendola davanti al cliente» Le obiezioni del Fipe (pubblici esercizi) Il Fipe, l’ associazione dei pubblici esercizi, contesta il divieto di servire acqua sfusa al bar, sostenendo che il decreto si limita «a dare indicazioni alle industrie di produzione di acque minerali» e non «a chi somministra le bevande»

Gentili Michela

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