Le plastiche oxo-degradabili…davvero utili?

Si tratta di materie plastiche a cui, durante il processo produttivo, vengono aggiunti sali di metalli che in presenza di raggi ultravioletti, ossigeno o calore, accelerano il processo di frammentazione post-utilizzo. Questa riduzione del peso molecolare garantirebbe l’accesso di microorganismi in grado di decomporre il materiale più velocemente.

Gli esiti di uno studio ad opera di ricercatori presso la Michigan State University non hanno tuttavia confermato questa teoria.

Dopo circa sei mesi di compostaggio e un anno e mezzo trascorso “in discarica”, i campioni che includevano plastiche con additivi non producevano significativamente più metano e anidride carbonica rispetto ai campioni di plastica tradizionale.

Lo stesso accadeva ai campioni messi nel terreno: dopo tre anni, la plastica con additivi non ha mostrato un degrado maggiore rispetto ai campioni tradizionali.

I ricercatori affermano quindi di non avere prove per dire che gli additivi favoriscono un significativo livello di biodegradazione.

Per contro, molte materie plastiche oxo-biodegradabili non superano il test di certificazione di compostaggio che richiede la conversione del 60% del materiale in anidride carbonica entro 180 giorni.

E se siamo ancora lontani dalla plastica “ecologica”, la strada più percorribile ad oggi rimane quella della riduzione della plastica nella nostra vita quotidiana.

Fonte: http://www.ilfattoalimentare.it/plastica-additivi-biodegradabile.html

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